sabato 27 dicembre 2014

Un pensiero sociale? (sesta parte)

L'Italia è il paese delle sanzioni e delle tasse. E non si sa quanto le prime siano seconde e le seconde prime...

Se ci pensate, appena nati e subito dopo aver ricevuto un nome in regalo, lo Stato (che ci farà da papà e mamma per sempre) ci assegna un codice che guarda caso si definisce "fiscale". Appena nati siamo già pronti a pagare le tasse (e le sanzioni). Fin dalle prime esperienze scolastiche ci imbattiamo in una quantità abnorme di regole, leggi, divieti, moduli da compilare... il tutto sempre legato a possibili "sanzioni applicabili".

L'Italia è un paese strano. Credo che solo nel nostro paese su un cartello semplice e chiaro come "VIETATO FUMARE" debba essere riportato il supplizio a cui sarai sottoposto se violerai tale obbligo. E con dovizia di particolari (donne incinta e bambini compresi). Non solo. Bisogna anche indicare chi è responsabile di far rispettare tale divieto: sia mai che lo Stato non possa "sanzionare" anche lui se non sta attento a sufficienza. Le gabelle sono in ogni dove, nascoste nelle pieghe delle leggi, seguendo la logica di "reato e conseguente pena".
Siamo circondati da queste regole e conseguenti sanzioni: a scuola, al lavoro, negli uffici amministrativi statali, nelle comunicazioni del nostro comune di residenza, sul passaporto... E' evidente poi, che per ogni sanzione c'è una legge (o per meglio dire viceversa). Ma quanto poi una sanzione diventa in effetti tassa?

Pensiamo alle sanzioni legate al codice della strada. Riceviamo una bella multa e vogliamo far ricorso?
Qualche anno fa andai a teatro a Brescia. E' un evento rarissimo per me perché non sono un gran frequentatore. Quella sera - intorno alle 19:00 - parcheggiai in una via quasi centrale, pagando il dovuto. Eravamo in quattro, tutti contenti della bella serata che ci aspettava. E che bella fu, tranne che tornati al parcheggio trovai una bella multa per intralcio alla pulizia delle strade: la via era piena di cartelli che indicavano l'orario di pulizia. Cartelli nati come funghi durante lo spettacolo teatrale. Trovai la cosa ingiusta e parlai subito con un vigile che stava là a contare il numero considerevole di auto multate nella via (erano tutti spettatori di ritorno dal Teatro Grande). Avrei dovuto fare ricorso? Probabilmente. Ma la lunghezza e i costi di tale mossa mi fecero desistere e pagai la multa (credo fossero 70 mila lire). Sanzione o tassa (di parcheggio)?

Anche con le tasse funziona così. Se devi pagare ad una certa scadenza, sicuramente ci sono sanzioni ben indicate nelle richieste di pagamento. Possibilmente sanzioni legate al tempo, crescenti e abnormi. Ovviamente sia mai che valga il contrario. Parentesi: lo so che ad ogni obbligo va correlato un regime sanzionatorio nel caso di inadempienza! Ma provate a vedere oltre questo semplice principio logico e pensate al modo, alla frequenza, al livello sanzionatorio e fino a mai al modo in cui tale "punizione" viene espressa nelle leggi...

Le tasse sono una cosa incredibile. Vanno a braccetto con sanzioni, ma anche con altri adempimenti. Basti pensare al nostro autoveicolo: quanti obblighi abbiamo se vogliamo viaggiare comodi sulla nostra - spesso pagata cara - automobile? Almeno tre... così a memoria: bollo, assicurazione e revisione. Se hai culo, paghi tutto insieme. Altrimenti devi tenere il calendario delle scadenze. Per inciso: la revisione la fanno solamente i "bravi"? Quante volte vedo auto o più spesso camioncini vomitare quintalate di fumo nero dal tubo di scappamento, mentre io pago la gabella ogni due anni? E per cosa la pago? Per combattere il buco nell'ozono o perché sottile incentivo donato alle case automobilistiche?

E il calendario delle scadenze si allunga (tanto che Microsoft farà un add-in per Outlook "Tax scheduler" - scherzo eh!)

E così l'italia è il paese delle sanzioni e delle tasse, delle leggi, delle pene e dei reati... per i poveri cristi come noi. Ci sono sanzioni se non fai fare la revisione alla caldaia (tre cambi di libretto, bollini regionali, QR code e tutto il resto annesso: quante volte è cambiata la legge?), se non revisioni l'auto, se non paghi l'assicurazione e se non paghi il bollo. Poi ci sono le tasse locali, comunali, regionali: devi pagare l'IMU, la TASI e la TARI (io le ho pagate tutte e tre, in due comode rate di cui parte in Ufficio Postale, perché non è prevista la possibilità di pagare con F24). E occhio! Occhio a sbagliare, perché se capita, sei morto.

E così i casi sono due: o ti svegli la notte di soprassalto, sudato come uno straccio bagnato e gridi "Cazzo! Ho pagato la TASI?" (perché ci si dimentica a volte nel dormiveglia...), oppure te ne fotti e speri di non essere beccato. Il primo anno di matrimonio (sposato a giugno) non pagai il canone RAI. A ottobre mi chiamò uno strano signore da Locri (Calabria) per ricordarmi che dovevo pagare: "Eeeeehhh signor Del Corno... così non va per niente bene... bisogna pagare il canone RAI... lo sa vero che poi si corrono dei rischi... seri...". Giovane e inesperto chiesi addirittura scusa e pagai.

L'Italia. Paese strano. Paese di tasse e sanzioni, leggi, reati e pene. Dove comunque c'è chi rimane impunito. Che sia per questo motivo che il nostro parlamento sia sempre impegnato a sfornare leggi?

Io continuo a non passare con il rosso. Ma non perché c'è una sanzione. Perché è incivile, anti-sociale. Moralmente e civilmente pericoloso per me e per gli altri. Non percorro l'autostrada a 180 Km/h facendo i fari a chi va a 130. Perché è pericoloso. Non perché c'è una sanzione. (Parentesi ancora: magari non è pericoloso andare a 180, ma lo è se gli altri vanno a 130 che è limite previsto!).
Questo dovremmo capire. E allora forse le sanzioni non saranno più un assillo, riportato ovunque, incubo sottile perché magari non volevi violare la legge, ma - cazzo! - mi sono dimenticato e ora devo pagare la sanzione compilando il modulo viola da ritirare presso l'ufficio 1 del terzo piano, non senza aver ottenuto il lasciapassare B52 nell'ufficio 37 del dodicesimo piano ecc ecc (citazione colta).
E le tasse? AH! Quelle non so. Forse non potremo mai farne a meno. Ma potremo forse un giorno ritenerle giuste, commisurate alla nostra capacità contributiva e ripagate dai servizi offerti?

(continua forse su altri argomenti. Lo so che avevo promesso qualcosa sui lavoratori statali. Non mi sono dimenticato)

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