Ho cercato sul dizionario inglese una parola corrispondente
alla nostra “fuffa”, ma non sono riuscito a trovare niente. D’altra parte è
nota la passione del nostro premier per gli inglesismi che fanno young, cool
& smart e l’onomatopeico “shish”, così come il balbettante “ d d d d d d”,
ben rende l’idea di un uso delle parole disinvolto a tal punto che il valore
sta nel pronunciarle e non nei loro contenuti.
Così, tra gli ooooh di meraviglia di un’assemblea di
Strasburgo probabilmente impegnata altrove (la sala era quasi vuota manco fosse
la prima di un B movie degli anni ’70), San Matteo da Rignano sull’Arno è
venuto a miracol mostrar sostenendo che le famiglie italiane si stanno
arricchendo (fate ooooh in coro). Il miracolo sta nel fatto che qualcuno ci ha
creduto.
Sarebbe inutile confutare le sue parole dato che nessun
giornalista ha avuto, e avrà mai, il coraggio di chiedergli da dove abbia preso
tale cantonata, senonché a noi che amiamo perdere tempo con numeri e documenti
capita di avere sotto mano il bollettino della Banca d’Italia uscito solo pochi
giorni fa che è intitolato, guarda un po’, La ricchezza delle famiglie
italiane.
Prima di tutto occorrerebbe mettersi d’accordo sul
significato delle parole perché ricchezza vuol dire una cosa e risparmio nel
vuol dire un’altra. Probabilmente, lo si deduce dal passaggio in cui accenna al
timore per il futuro, San Matteo si riferiva alla propensione al risparmio, ovvero
alla quota reddito delle famiglie non spesa per consumi. Dice che dal 2012 al
2013 la ricchezza (“le famiglie italiane hanno visto crescere i propri risparmi”
cit.) delle famiglie è passata da 3,5 trilioni a 3,9 trilioni.
Partiamo dalle definizioni. La ricchezza è composta da attività reali, ad esempio case e terreni, e attività finanziarie, ad esempio azioni,
titoli, depositi.
Nel grafico che segue sono riportate entrambe le componenti,
più le passività, a prezzi correnti. Non vi è nessun segnale, né nell’istogramma
né nelle linee, che indichi nel periodo preso a campione da Renzi alcun segno
positivo.
Anzi vediamo chiaramente la curva flettere e poiché temiamo
problemi di distorsione della vista, cerchiamo conforto tra le righe:
Tra la fine del 2012 e la fine del 2013 la ricchezza pro capite è
diminuita dell’1,5 per
cento a prezzi correnti e dell’1,7 a prezzi
costanti […]
Secondo stime preliminari5, nel primo semestre del 2014
la ricchezza netta delle
famiglie sarebbe ulteriormente diminuita rispetto alla fine del 2013.
Il calo in termini
nominali (-1,2 per cento) è attribuibile a un’ulteriore flessione
delle attività reali (-1,2 per
cento), alla diminuzione delle attività finanziarie (-0,4 per cento)
e all’aumento delle
passività
Niente da fare, non c’è traccia di aumento della ricchezza;
ci sarà aumento di risparmio. Andiamo a vedere.
Ricordo che risparmio
è, in economia, il reddito meno le spese per consumi.
Nel 2013 il risparmio, dopo otto anni di diminuzioni (quindi
il 2012 è andato ndr), è tornato a
crescere, risultando pari a 46 miliardi di euro
contro i 34 dell’anno precedente.
Dopo i dubbi sulla vista
cominciamo ad avere dubbi sull’algebra. Renzi ha parlato di 0,4 trilioni (cioè
migliaia di miliardi) in più. Banca d’Italia dice invece che sono 12 miliardi,
una differenza di “appena” 388 miliardi.
A cosa si riferisce dunque l’inquilino
di Palazzo Chigi? A niente, a numeri detti a caso per impressionare chi si vuol
lasciar impressionare e per nascondere quello che finora è stato un fallimento
totale della politica economica del suo governo. Fallimento certificato senza
pietà dall’Istat.
Quello di Renzi a Strasburgo è
stato un fuffa show. Dobbiamo aspettarci altri fuffa acts?
P.S. abbiamo sforato dello 0,7
il tetto del 3%; mancano 10-12 miliardi da trovare entro primavera. Io
comincerei a preoccuparmi dei quattro spiccioli che ho in banca: i risparmi di
cui sopra.