Con uno sforzo che deve essere stato titanico Salvini abbandona
gli slogan-ma non le felpe- e si lancia in un esercizio per lui e per il suo
partito inusuale: elaborare un programma politico articolato
nientepocodimenoche in 10 punti. Fate un oohhhh di meraviglia.
Non sarebbe neanche commentabile se non per il fatto che una roba
del genere, bestialmente semplice o semplicemente bestiale, in Italia rischia
di avere davvero successo.
Andiamo dunque a vedere quali sono le 10 magnifiche ricette
comparse su noiconsalvini.org , il movimento dedicato ai neoleghisti terroni, e
stranamente non sul sito ufficiale della Lega Nord.
Per brevità prenderò di ognuno dei punti solo le frasi salienti,
stando comunque attento a non interpretar male il Salvini-Pensiero (sigh).
Primo punto: meno Europa. Nel nome del “Più Europa” si sono
accettati provvedimenti che hanno messo in ginocchio la nostra economia. La
distruzione della domanda interna attuata con tagli e tasse aveva un solo
scopo: riequilibrare la bilancia commerciale che era in costante deficit per
colpa di una moneta (l’ euro) troppo forte per la nostra economia. Riducendo i
consumi si sarebbe importato di meno senza impattare sulle esportazioni. L’
obiettivo è stato raggiunto ma a costo di mettere in ginocchio il lavoro e la
produzione.
Non poteva essere che un attacco all’Europa. L'euro troppo forte
causava un costante deficit della bilancia commerciale. Giulio Zanella su
noisefromamerika qui dimostra
come l'affermazione di Salvini sia una solenne panzana perché è vero che agli
inizi dell'era della moneta unica la Germania aveva un surplus mentre i Paesi
mediterranei avevano un disavanzo, però a partire dal 2012 anche i cosiddetti
eurodeboli, fra cui l'Italia, ha cominciato ad avere un sostanzioso avanzo
delle partite correnti. Se proprio Salvini non ha voglia di andarsi a cercare i
dati di contabilità nazionale, per sua ammissione è un fancazzista, gli
basterebbe aprire ogni tanto distrattamente il bollettino Istat che in quanto
europarlamentare gli viene recapitato; scoprirebbe che a dicembre 2014 il saldo
è stato + 5,3 miliardi, a novembre +3,5, a ottobre + 5,4 e via
dicendo. Com'è possibile se l'euro è troppo forte?
Semplicemente perché non c'è correlazione diretta ed esclusiva fra
forza della moneta e capacità di esportazione. In pratica se i tedeschi
esportano tanto non è a danno di Italia e altri ma per altri e molto diversi
fattori.
Secondo punto: più vicini ai piccoli. Il governo Monti -Letta -Renzi ha
fatto solo l’ interesse delle grandi imprese globalizzate e delocalizzate, di
qui il plauso costante di Confindustria.
Posto che i governi
citati hanno fatto tutti abbastanza male, è vero che abbiano difeso solo gli
interessi delle grandi aziende? Per fare solo un esempio nel decreto Salva
Italia del 2011, all'art. 2 si legge "Agevolazioni fiscali riferite al
costo del lavoro nonché per donne e giovani". Si trattava di Irap
agevolata che non riguardava le multinazionali. E' semmai l'intera politica
economica e fiscale italiana che ha fallito, e la Lega di molti dei governi
colpevoli di quel fallimento ha fatto parte.
[...]ci opporremo con forza al disegno di
far diventare le banche popolari facile preda di istituti stranieri: il voto
capitario, se pur strumento perfettibile, ha consentito la simbiosi banca
-territorio necessaria per la prosperità di intere regioni. In teoria potrebbe
diventare un modello addirittura per la futura Banca d’ Italia statale e di
proprietà popolare con un’ azione dell’ istituto di emissione inalienabile e
assegnata per nascita a tutti i cittadini.
Qui siamo all'amarcord, perché torna alla mente la triste storia
della Banca Padana Credieuronord s.c.a.r.l. (euro?!?), con cui la Lega dimostrò
di non avere grande dimestichezza col mondo finanziario. Sarebbe invece da
approfondire il passaggio sul voto capitario che invece ha impedito alle banche
popolari di dotarsi di adeguata capitalizzazione. Senza adeguata
patrimonializzazione un istituto di credito non può svolgere il ruolo al quale
è deputato e quindi non finanziarie le imprese e le famiglie. Certo secondo
Salvini basta che la Banca d'Italia, "assegnata per nascita a tutti i
cittadini" (mio dio!), potrebbe stampare a manetta, ma....lasciamo
perdere, tanto è idiota questa ipotesi.
Terzo punto: pagare meno (prima) per
pagare tutti (dopo). Il costante aumento delle aliquote
ha portato come risultato una costante riduzione della base imponibile con
primi preoccupanti segni di calo di gettito in corrispondenza di imposizioni
più elevate. Anche in questo caso l’ impostazione della Lega è del tutto
contraria e proponiamo una terapia shock per mezzo dello strumento della flat
tax.
Su questo punto mi sono già espresso insieme a Michele
Boldrin qui per
cui non ci torno.
Quarto punto: spendere per produrre. La politica dei tagli di spesa in
recessione ha portato solo più disoccupazione e più recessione con la
conseguenza di far crescere (invece che calare) i rapporti di debito e di
deficit sul Pil, vanificando così ogni sforzo. [...]
In quest’ ottica rientrerà anche (come
extrema ratio) l’ eventuale nazionalizzazione di imprese strategiche e/o
produttrici di beni richiesti dal mercato ma momentaneamente in crisi per colpa
dell’ Unione Europea.
Qui viene fuori il Salvini Comunista. Più spesa pubblica perché il
denominatore del rapporto debito/pil contiene anche la spesa pubblica. Salvini
evita anche la più elementare analisi su come Paesi con forte indebitamento
siano usciti dall'emergenza tagliando la spesa pubblica, che è si componente
del PIL ma drena risorse a danno del reddito privato. Belgio, Svezia, Canada,
Nuova Zelanda, Inghilterra hanno attuato profondi e mirati tagli alla spesa per
riequilibrare i conti nazionali e solo in questo modo sono riusciti a liberare
attività e capacità di sviluppare ricchezza.
Nazionalizzare poi è ipotesi che può far felice un Marco Rizzo, un
Landini, un redivivo Breznev; persino Stefano Fassina proverebbe un brivido di
terrore di fronte a questa affermazione.
Torna, ed è una costante del Salvini-pensiero, l'attitudine molto
latina di attribuire la colpa a fattori esogeni e non alle tante e
insopportabili inefficienze del nostro sistema.
Quinto punto: politiche anticicliche
mirate alla piena occupazione. I governi Monti Letta e Renzi hanno
attuato politiche pro cicliche che hanno creato disoccupazione.
In
recessione l’ austerità è suicida. I trattati europei (Fiscal Compact in
primis) devono essere subordinati alla sostenibilità economica e alla priorità
della ricerca della massima occupazione, esattamente come recitano i mandati di
banche centrali che agiscono in cooperazione con il governo come ad esempio la
Federal Reserve. Lo stato deve pertanto essere in grado di poter avere
flessibilità di bilancio (meno tasse o maggior deficit) qualora l’ economia
risulti in recessione e il tasso di disoccupazione sia superiore alla
disoccupazione fisiologica.
L'austerity ha effettivamente prodotto qualche disastro, ma ancor
di più il disastro è stato prodotto dalla politica del deficit spending, ben
prima che si entrasse nell'euro. Negli anni '90, decennio in cui c'era la lira
e si facevano politiche economiche in deficit (anche a 2 cifre nel quadriennio
1990-1993), la disoccupazione oscillò fra l'8,5% e l'11,3%, ben più alta degli
anni a venire dopo l'adozione dell'euro, in cui i due estremi, positivi e
negativi, furono 6,1% e 9,1%. Solo con lo scoppio della crisi, tra l'altro in
ritardo, il tasso di disoccupazione salì sopra il 10% (anno 2012).
Insomma Salvini o non sa le cose o mente. Non ha grande importanza
quale dei due motivi sia quello giusto.
|
Controcorrendo
Blog di politica, economia e società.
|
Nessun commento :
Posta un commento