sabato 11 aprile 2015

La matematica creativa di Renzi - Parte 1

Pubblicato il DEF 2015 mi accingo ancora una volta al sacrificio. Ammetto di partire prevenuto; tutti i precedenti documenti di economia e finanza contenevano numeri e previsioni buoni per i libri di favole e non per avere un segnale puntuale per lo stato dell'economia. Naturalmente gli ultimi due made in Renzi (Def 2014 e aggiornamento) non facevano eccezione, avendo Matteo da Rignano fatto dell'ottimismo creativo un spot permanente più ripetitivo di quello di Tonino Guerra.


Parto dunque dall'introduzione che al solito è col botto:

  • 1,6 miliardi di tesoretto, di cui decidere la destinazione in un imminente consiglio dei ministri (le elezioni si avvicinano e bisogna pur dare uno zuccherino agli elettori);
  • la clausola di salvaguardia dell'aumento IVA scongiurato
Il miliarduccio e spiccioli di maggiore dotazione deriverebbe dalle migliorate previsioni di crescita passate allo 0,7%. E' una previsione naturalmente ma i soldi per Renzi sono lì, tutti da spendere. E' come se in una sala scommesse il banco pagasse le vincite prima che sia finita la partita. 
Invece prudenza e raziocinio suggerirebbero di verificare il risultato finale prima di elargire premi. Questa fretta sembra la stessa che attanagliò il governo un anno fa quando gli 80 euro erano necessari ed urgenti.

Staremo a vedere

L'aumento dell'IVA è scongiurato, leggiamo, "grazie al miglioramento del quadro macroeconomico -che si riflette in un aumento del gettito - e alla flessione della spesa per interessi rispetto alle previsioni dello scorso autunno". 
Nulla la dire sul secondo punto perché grazie al QE i titoli pubblici di nuova emissione si sono effettivamente ridotti significativamente sino quasi a sfiorare i rendimenti negativi su quelli a breve (0,013% quello dei Bot a 12 mesi).
Sulle previsioni di gettito invece l'ottimismo del governo è all'ingrosso.
Sul sito del Ministero dell'Economia infatti si può leggere che nel bimestre gennaio-febbraio le entrate tributarie sono in calo dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Aumentano quelle da imposte dirette (+1,9%) ma diminuiscono del 4,7% quelle da imposte indirette con un decremento del gettito IVA del 5,6%.

Insomma l'economia è tutt'altro che in salute, in special modo con riguardo ai consumi (-5% gli scambi interni) e alle accise sui prodotti energetici (indicatore importantissimo che cala addirittura del 9,3%).

E' presto per trarre delle conclusioni; magari nei prossimi mesi ci sarà un miglioramento del quadro economico. 
Per adesso rileviamo solo che l'ottimismo sembra il profumo della vita ma in realtà, in politica, è una flatulenza.

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