lunedì 9 maggio 2016

L''amore Vero Sa Aspettare

Abbandono per un po' i soliti post di economia e politica per fare un'incursione nel mondo della musica in occasione dell'"Evento Radiohead"dell'8 maggio.

Cinque anni abbiamo aspettato il nuovo lavoro dei RH, attesa appena mitigata dalle tensioni elettroniche di Yorke, dai dj set, dall'esperienza Atoms For Peace e dal download Torrent di Tomorrow's Modern Boxes.

La prima cosa che mi viene in mente è che, sebbene abbia amato i lavori di Thom, sentivo la mancanza di Jonny Greenwood e della sua genialità negli arrangiamenti; e se l'ultima volta avevo impiegato quasi un anno a metabolizzare The King Of Limbs, questa volta sono bastati 2 ascolti per restare sopraffatto da A Moon Shaped Pool.

I RH possono piacere o meno, hanno tanti fan quanto detrattori i quali rimproverano alla band di Oxford la solita storia di essere degli sfigati noiosi e stranianti, la voce di Thom dolente e lamentosa.
Quello che non è possibile non ammettere è che "the band who played creep", è lontana anni luce dal britpop postpunk che li ha generati e rappresenta, forse, la frontiera più avanzata della sperimentazione musicale. Ogni volta hanno saputo reinventare i loro suoni rimanendo sé stessi, marchiando a fuoco ogni fatica con il sound Radiohead. E' una specie di miracolo se si pensa che i 23 anni che separano AMSP da Pablo Honey ne fanno una delle band più longeve della scena inglese.

Quest'ultimo lavoro è semplicemente sublime, costruito con una ricchezza di sfumature di colori senza eguali che restituiscono il wall of sound persino nelle partiture più minimal. Così è in Identikit, Decks Dark, Ful Stop e in quella Present Tense già ascoltata decine di volte live, che qui prende le forme e il mood di un pezzo latineggiante.

Come sempre avvenuto in passato, cambierò di continuo il pezzo preferito perché ogni ascolto sarà la scoperta di nuovi particolari e di arrangiamenti "nascosti".
Una menzione speciale però deve andare a True Love Waits. Fu suonata la prima volta nel lontanissimo 1995, facendo parte delle session di The Bends, il loro secondo album.
Per quelle misteriose ragioni che solo Thom & Co. conoscono, non ha mai trovato spazio in un lavoro in studio. Forse colpa dell'iperperfezionismo che li porta sovente a riarrangiare continuamente un brano fino a che non suoni come sentono debba fare. Fatto è che trovarla qui, in questo mix straordinariamente assortito di arrangiamenti geniali, testi cupi e soavi allo stesso tempo, di beat ossessivi e di chitarre perdute (in alcuni passaggi addirittura glitter) mi fa dire che non solo l'amore vero sa aspettare, ma anche che alla fine arriva e travolge; dopo 5 anni.